Benvenuti in Quaderni di Lettere di Massimo Capuozzo

Sono presenti in questo sito le mie lezioni di grammantologia nel corso degli anni collaudate sul campo. Per le parti riguardanti la Storia mi sono valso della collaborazione del Dott. Antonio Del Gaudio

lunedì 23 ottobre 2017

Due delle grandi civiltà fluviali Mesopotamia ed Egitto II UdA

Due delle grandi civiltà fluviali Mesopotamia ed Egitto
La Mesopotamia (dal greco mésos, “in mezzo”, e potamós, “fiume”) è una regione storica che comprende la pianura alluvionale tra i fiumi Tigri ed Eufrate, limitata a sud dalla loro confluenza e a nord dall'Altopiano d'Armenia. Possibile luogo nel Neolitico di scoperta dell'agricoltura, vi si svilupparono gli antichi regni e civiltà dei Sumeri, degli Accadi, dei Cassiti, dei Babilonesi e degli Assiri. Fu oggetto di contesa tra il Regno dei Parti e Roma che non riuscì mai a occuparla stabilmente. Nell'alto Medioevo fu contesa tra Bizantini e Sassanidi. Conquistata dagli Arabi tra il 633 e il 640, fino al X sec. fu centro del califfato abbaside. Passò sotto il dominio ottomano nel XVI sec. Attualmente la Mesopotamia è territorio nazionale dell'Iraq.

I Sumeri I Sumeri, antico popolo asiatico originario forse dei monti dello Zagros, tra Turchia e Iran, dalla metà del IV millennio a.C. diedero vita nella bassa Mesopotamia alla prima cultura urbana. In una fase iniziale (3500 - 3000 a.C.), dominata dalla città di Uruk, i Sumeri conobbero un fiorente sviluppo demografico e commerciale, con la fondazione di insediamenti coloniali in area elamitica, assira e anatolica orientale.

La crisi tra la fine del IV e il principio del III millennio a.C. (periodo protodinastico I) provocò un brusco arresto della crescita della popolazione e un ristagno dei commerci. Nell'ambito delle acquisizioni tecniche e scientifiche, la civiltà sumera raggiunse un notevole sviluppo: conosceva l'uso della barca a vela e del carro nei trasporti, del mattone, dell'arco e della volta nell'edilizia, oltreché quello della scrittura. I medici sumeri possedevano una profonda conoscenza della farmacologia erboristica, mentre gli astronomi calcolarono le fasi lunari e divisero l'anno in 365 giorni di 24 ore ciascuno.

Religione e civiltà. Dio, in sumero Anu, si manifesta in una molteplicità di aspetti identificati con divinità minori, quali Enlil (dio del vento e delle tempeste), Enki (la terra), Inanna (dea della fertilità) verso cui in particolare si rivolgeva la devozione popolare. Ogni città aveva inoltre una propria divinità tutelare che la reggeva e che risiedeva nel tempio centrale. I templi, le ziggurat, erano edifici a base quadrata, formati da piani sempre più ristretti, all'interno dei quali si officiavano i riti religiosi.
La religione costituiva l'aspetto unificante della civiltà cui facevano capo le diverse città.
A capo di ogni città vi era un re chiamato lugàl (grande uomo) o ènsi (governatore). Questi era considerato rappresentante di Dio in terra, inviato per la sicurezza e l'ordine del paese. Aveva quindi anche funzione di “gran Sacerdote”.
Nel III millennio nacque il “palazzo” come sede del re, che sostituirà il tempio relativamente all'amministrazione politica, economica e militare. Nella società si distinguevano tre classi sociali: i liberi (classe dominante di proprietari terrieri, funzionari, sacerdoti, ufficiali militari), i semiliberi (coltivatori, operai, artigiani, commercianti, che godevano della libertà ma non potevano possedere terre), gli schiavi (persone di umile condizione, prigionieri, persone che avevano perduto la libertà). La vita economica si basava sull'agricoltura, l'artigianato e il commercio.

L'apogeo dei Sumeri. Superata la crisi iniziale, il seguito del III millennio a.C. rappresentò la fase di massima fioritura di questa civiltà. La scrittura si trasformò in un sistema fonetico sillabico, che utilizzava il carattere cuneiforme. La situazione politica fu caratterizzata da un accentuato policentrismo, con una serie di città-Stato di dimensioni quasi equivalenti: a sud Uruk, Ur, Eridu; nell'area orientale Lagash e Umma; più a nord Nippur, Kish, Eshnunna.

Lo scontro con gli Accadi. I periodi protodinastico II e III (2750 - 2600 e 2600 - 2350 a.C.) furono segnati da guerre di confine tra le città e da tentativi di costituire egemonie regionali, come il vasto dominio costituito dal re di Uruk, Lugalzaggizi (2350 - 2325 a.C.), che sottomise Ur, Umma, Nippur e Lagash. Sconfitto Lugalzaggizi dagli Accadi, ebbe inizio la sottomissione dei Sumeri alla dinastia di Accad (2335 - 2193 a.C.). Gli Accadi erano di origine semitica e invasero la regione del fiume Tigri guidati dal re Sargon. La fusione tra Sumeri e Accadi originò un forte Regno nella Mesopotamia meridionale con capitale Accad, culla della civiltà babilonese. L'invasione dei Gutei, popolo nomade delle montagne dell'Iran, i quali sconfissero gli Accadi, permise in seguito ai Sumeri di recuperare la loro autonomia (periodo neosumerico, 2190 - 2000 a.C.).

L'opera di Ur-Nammu. Ur-Nammu (2112 - 2095 a.C.), inizialmente governatore di Ur per conto del re di Uruk Utukhegal, unificò le città sumeriche in un Impero centralizzato. Emanò il primo codice di leggi organico e impose un sistema comune di pesi e misure. Sotto Ibbi-Sin l'Impero entrò in crisi (2028 - 2004 a.C.) e fu poi sopraffatto dai nomadi amorrei ed elamiti, i quali saccheggiarono e conquistarono Ur. L'eredità culturale e politica dei Sumeri fu raccolta dalla civiltà paleobabilonese.

I Babilonesi
La popolazione babilonese abitava la regione mesopotamica nella parte meridionale del piano tra Tigri ed Eufrate sino a una linea a nord dell'odierna Baghdad.
Il primo Impero babilonese. L'ultimo re di Ur, Ibisuen, soggiacque a invasori semiti che insediarono dinastie a Babilonia, Mari e altre città della regione. Con Hammurabi, la prevalenza degli Amorrei dette vita al primo Impero babilonese, estesosi fino al golfo Persico. Sul piano amministrativo Hammurabi rimpiazzò i principi locali sostituendoli con governatori da lui nominati e si proclamò “re di Sumer e di Accad”. Della sua attività è testimonianza fondamentale il Codice di Hammurabi che stabiliva le norme che avrebbero dovuto regolare la convivenza civile di tutti i sudditi del suo Impero. Con il suo successore Samsuiluna (1750 - 1712 a.C.) iniziò il declino che porterà alla caduta dell'Impero nel 1595, a seguito di una scorreria degli Ittiti. Nel 1530 a.C. il territorio babilonese verrà conquistato dai Cassiti , popolo di origine caucasica che dominerà la regione per 400 anni senza influire in modo rilevante sulla cultura e sulla civiltà.

Il secondo Impero babilonese. Nel 626 il caldeo Nabopolassar si proclamò re di Babilonia e fondò un nuovo Impero, procedendo a conquiste in Mesopotamia occidentale, Siria e Palestina. La massima fioritura del nuovo Regno, che divenne la maggiore potenza del Medio Oriente, si ebbe sotto il suo successore Nabucodonosor II (605 - 562 a.C.), vincitore contro l'Egitto e distruttore di Gerusalemme. Babilonia, adornata con fastose opere urbanistico-architettoniche (tra cui la famosa Torre di Babele, una ziggurat alta 90 metri, fatta costruire dallo stesso Nabucodonosor), rivestì un ruolo economico e commerciale primario in tutto il Medio Oriente. Nel 539 a.C. i Persiani, che avevano affermato il loro potere a oriente di Babilonia, conquistarono la regione con Ciro il Vecchio, riducendola a satrapia (dal gr. satrápé, “governatore”) del loro Impero, insieme a una parte dell'Assiria.

L’Egitto
I primi documenti scritti della civiltà egizia risalgono al 3000 a.C. Prima di questa data il paese era diviso in due regni: a nord quello del Basso Egitto, comprendente la zona del delta del Nilo ed economicamente più progredito, a sud quello dell'Alto Egitto, che comprendeva la valle del fiume e che, a causa dell'esiguità del terreno coltivabile, possedeva un'economia più fragile che compensava con incursioni nei paesi vicini, grazie a un esercito efficiente. Fu l'Alto Egitto a realizzare il processo di unificazione del paese attorno al 3000 a.C.: la doppia corona portata dai sovrani, bianca, simbolo della valle, rossa, del delta, stava a indicare le due regioni unite nel nuovo Regno.
Il Nilo è sempre stato per gli Egizi la fonte primaria di sostentamento. I terreni inondati periodicamente dalle piene sono infatti fertilissimi. Fin dal Neolitico, quindi, la civiltà egizia raggiunse un notevole sviluppo attestato, fra l'altro, dall'uso precoce della scrittura.

L’antico Regno Il periodo più florido dell'Egitto fu tra il III e il II millennio a.C. in cui si succedettero 21 dinastie di faraoni. Questo periodo è solitamente diviso in: Regno Antico (3000-2000 a.C.), Regno Medio (2000-1700 a.C.) e Regno Nuovo (1570-1100 a.C.).
Sotto le prime due dinastie, dette tinite dalla capitale Thinis, si definì l'organizzazione burocratico-amministrativa: il faraone controllava il suo Regno attraverso funzionari che amministravano le province.
Al faraone Zoser si deve il grandioso complesso funerario di Saqqara.
I successori Cheope, Chefren e Micerino lasciarono le grandi vestigia costituite dalle loro tombe, le piramidi di Giza. Tra il 2200 e il 2050 a.C. si ebbe un periodo di crisi causata dagli abusi compiuti dai governatori delle province, che si sottrassero progressivamente all'autorità del faraone.

Il nuovo Regno Furono ancora i sovrani delle dinastie tebane tra il 1570 e il 1085 a.C. a superare la crisi. Il faraone Ramesse II (fine sec. XIII) affrontò gli Ittiti nella battaglia di Qadesh, stabilendo il primo Trattato di pace della storia.
Nel sec. XI nuovi processi di disgregazione interna (dovuti anche al fatto che la capitale religiosa si trovava a Tebe, quella politica a Tanis) portarono alla crisi che sfociò nel dominio degli Assiri nel sec. VII a.C.
La dinastia Saitica (660-525 a.C.) diede l'ultimo segno di splendore.

L’Egitto dei faraoni La complessa organizzazione burocratica dipendeva dalla vastità del Regno.
A capo era il faraone il cui trono si trasmetteva ereditariamente: aveva un potere assoluto ed era considerato una divinità incarnata, a capo pertanto anche della religione. Al sovrano spettavano 5 nomi che ne definivano i rapporti con una o più divinità.
Sotto il faraone vi era il visir, una sorta di primo ministro; quindi vi erano i governatori provinciali che amministravano le diverse zone del Regno.
Le tre classi sociali più elevate erano quella dei sacerdoti, degli scribi e dei militari. I sacerdoti officiavano i riti religiosi nei templi, presiedevano le cerimonie funebri e il culto dei morti, interpretavano i sogni e i responsi degli dei.
Erano inoltre responsabili della coltivazione delle terre del faraone. Gli scribi avevano il monopolio della scrittura ed erano importanti come funzionari e impiegati dello Stato. I militari ebbero più o meno importanza a seconda della politica estera di ogni faraone. Il resto della popolazione era formato da contadini, operai, artigiani, commercianti e schiavi.
Religione e cultura La religione egizia contemplava oltre al culto di molteplici divinità zoomorfe (corpo umano e testa di montone, di vacca, di cane, di falco), il culto solare.
Il dio Sole (Atum-Ra a Eliopoli, Ptah a Menfi, Thot a Ermopoli, finché sotto la XII dinastia prevalse la raffigurazione di Amon con sede nei templi di Karnak) era adorato come vincitore del caos originario e creatore del mondo.
Tra le altre divinità maggiori vi erano Osiride (dio del Nilo e della vegetazione e poi signore dei morti), sua sorella sposa Iside, Hathor e Nut (dee del cielo), Seth (dio del male). La dottrina religiosa insegnava la sopravvivenza dell'anima e l'esistenza di un tribunale per i defunti che regolava la metempsicosi o trasmigrazione delle anime.
Il riferimento al passaggio in altri corpi animali o umani non va inteso alla lettera, ma allude, servendosi dell'analogia con il nostro mondo, ai differenti destini postumi degli esseri in altri stati di esistenza, a seconda del grado di conoscenza e purificazione realizzati in vita. Una vera e propria rivoluzione religiosa fu operata dal faraone Amenofi IV (1353-36 a.C.) che sostituì al culto di Amon quello monoteistico di Aton, Dio unico e universale, generatore delle altre divinità, simboleggiato dal disco solare; spostò inoltre la capitale da Tebe a Akhetaton e mutò il suo nome in Ekhnaton (“amato da Aton”). Accentuò così il culto della sua persona, ridimensionando il ruolo dei sacerdoti.
In campo culturale gli egizi dettero un notevole impulso a scienze quali la geometria, l'ingegneria idraulica, la meteorologia, l'astronomia (tutte necessarie per l'ottimizzazione dell'agricoltura: calcolo periodico delle piene, misurazione dei terreni, canalizzazione dei campi), la medicina, la chirurgia e l'architettura.
Grande importanza storica ebbe la scrittura geroglifica, costituita da ideogrammi.

La perdita dell’indipendenza Nel 525 a.C. i Persiani, guidati da Cambise, fecero dell'Egitto una semplice provincia del loro Impero. La conquista da parte di Alessandro Magno (332 a.C.) portò nel paese la cultura grecoellenistica. Alla spartizione dell'Impero dopo la morte di Alessandro, l'Egitto fu assegnato a Tolomeo Lago, fondatore, con il nome di Tolomeo I Soter, della dinastia tolemaica che regnò dal 321 al 30 a.C.
L'efficiente struttura burocratica introdotta dai Tolomei diede un impulso positivo al commercio, all'agricoltura e alla cultura (fondazione di Alessandria). La vita politica rimase travagliata dai conflitti dinastici e, con la regina Cleopatra VII, le vicende dell'Egitto si intrecciarono con quelle di Roma: dopo la vittoria di Ottaviano su Antonio ad Azio nel 31 a.C., l'Egitto divenne provincia romana. Con Diocleziano fu diviso in tre province e inserito nella diocesi orientale con capitale Antiochia. Infine, con la conquista araba del VII sec. divenne parte della civilizzazione islamica.

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