Benvenuti in Quaderni di Lettere di Massimo Capuozzo

Sono presenti in questo sito le mie lezioni di grammantologia nel corso degli anni collaudate sul campo. Per le parti riguardanti la Storia mi sono valso della collaborazione del Dott. Antonio Del Gaudio

domenica 17 marzo 2013

L'arte antica (prima parte) di Massimo Capuozzo


L’arte greca arcaica – Culla della civiltà classica, l’antica Grecia era caratterizzata da un’organizzazione politica fondata su città-stato, la pólis, che, sebbene sentissero di appartenere ad una realtà sociale e religiosa comune, si trovavano in continua competizione. Rispetto alla civiltà micenea, l’acròpoli, parte alta della città, che era sede del sovrano diventò luogo consacrato alla religione, fatto che denota un ulteriore cambiamento sociale dovuto alla formazione di un governo aristocratico.
La conquista del Peloponneso da parte dei Dori (XII secolo a.C.) avviò un periodo chiamato impropriamente Medioevo greco (XI-IX secolo) durante il quale si consolidò un patrimonio mitico e religioso, nucleo dell’unità culturale greca.
A partire dall’VIII secolo a.C. l’incremento della popolazione e quindi del fabbisogno di terre diede impulso alla nuova colonizzazione (750-650 a.C.) che interessò ampie regioni del Mediterraneo.
Concluso felicemente il conflitto con l’impero persiano (499-479 a.C.), si affermarono le due potenze di Sparta e Atene. L’inevitabile scontro per la supremazia tra queste due città nella guerra del Peloponneso (431-404) si concluse con la disfatta di Atene e la parziale vittoria di Sparta. Conseguenza dell’indebolimento reciproco furono la nuova ingerenza persiana e successivamente l’egemonia macedone, allorché Filippo II di Macedonia nell’anno 332 a.C. pose fine alla libertà ellenica.

L’arte italicaL'arte italica è quell'arte prodotta dalle varie popolazioni abitanti la penisola italiana nel periodo protostorico tra la prima età del ferro (IX-VIII secolo a.C.) e il completo dominio di Roma (inizio del I secolo a.C.).
Per la produzione artistica anteriore si parla di arte preistorica, per quella successiva di arte romana, per la quale gli influssi provenienti dalla tradizione artistica italica divengono una delle componenti.

Lo stile geometrico nell’area greca Tra l’XI e l’VIII secolo a.C., nel periodo in cui si esauriva la civiltà micenea e prendeva piede quella greca, in arte si ebbe un periodo di formazione, durante il quale le esperienze cretesi-micenee concorrevano con quelle dell’arte orientale e delle popolazioni egee alla creazione di un nuovo stile, che, per comodità, può essere definito protogeometrico.
La ceramica protogeometrica è la produzione vascolare propria della civiltà greca tra 1050 e 900 a.C. Essa rappresenta il primo momento di rinascita tecnologica e creativa dopo il crollo della cultura minoico-micenea e dell'arte palaziale. Nel nuovo stile l'Attica è la regione greca maggiormente creativa, forse con qualche iniziale influenza proveniente da Cipro. Ad Atene gli scavi nel Ceramico e nell'Agora hanno permesso di ricostruirne l'evoluzione. La decorazione astratta, ma spontanea e poco curata tipica della ceramica submicenea fu trasformata dai ceramisti protogeometrici attici in un sistema ordinato e rigoroso che vive in rapporto con le forme del vaso. Lo stile, che dipende dall'alternarsi di zone chiare e scure, dalla composizione di parti distinte e chiaramente articolate, non dal singolo dettaglio, viene dagli studiosi generalmente posto alla base del successivo e durevole atteggiamento dell'arte greca nei confronti della forma.
Le migliori testimonianze della produzione artistica di questa epoca ci vengono regalate da oggetti di piccola dimensione, a causa della loro più agevole conservazione, ed in particolare dal vasellame, spesso contenuto nei corredi funebri, creato principalmente a Corinto e poi in Attica.
Lo stile geometrico vero e proprio, che raggiunse la sua maggior perfezione nel secolo VIII a.C., introdusse anche la figura umana severamente stilizzata (statuette di terracotta e figure bronzee di guerrieri) e nella decorazione si diffuse ampiamente l’utilizzo della linea, delle geometrie con angoli retti – le famose greche – e croci, semplici o uncinate – la svastica, antico simbolo del sole. Sorsero intanto nuove fabbriche a Corinto, i cui vasi protocorinzi dalla decorazione geometrica, e poi corinzi, a figure nere su fondo color avorio, conquistarono nel VII secolo i mercati di tutto il bacino Mediterraneo, venendo anche abbondantemente imitati dalla ceramica etrusco-corinzia.
Contemporaneamente, la Grecia importò oreficerie e oggetti preziosi dall’Oriente e impiegò e assimilò nelle sue decorazioni schemi e motivi di derivazione orientale (ceramica corinzia; ceramica orientaleggiante e oreficerie di Rodi).

La popolazione italica Nella nostra penisola, una molteplicità di popolazioni con lingue differenti tra loro, si sviluppò durante il I millennio a.C., dando origine a civiltà molto complesse. Tra le diverse tradizioni artistico-culturali della popolazione italica spiccano, in ordine di tempo, quelle degli Etruschi e successivamente quelle romane, entrambe con caratteristiche tutte proprie, fin dal periodo repubblicano.
Tra i vari ed intensi raggruppamenti di popolazioni, sparsi da occidente ad oriente, nella parte settentrionale dell'Italia emergono i Liguri, i Protocelti ed i Veneti, mentre nella parte centrale, gli Etruschi,  e più precisamente, limitatamente a questo determinato periodo storico, i Villanoviani. A sud della Toscana domina la civiltà Latina  alla quale si deve l'origine di Roma. Scendendo verso il meridione d'Italia  e nelle isole, troviamo la caratteristica civiltà degli Elimi siciliani e quella dei Sardi. A tutte queste popolazioni si devono aggiungere quella Italiota corrispondente ai coloni ellenici della Magna Grecia, quella Siceliota nel suolo siciliano e quella Punica di origine fenicia in Sicilia e Sardegna.
Da questa vasta straordinaria moltitudine di stirpi nasce e si sviluppa l'arte dell'età antica in Italia.
Nella eterogeneità delle popolazioni e delle articolazioni locali, ciò che accomuna la creazione artistica nella nostra penisola è la repentina intuizione del modello vivente e una ben marcata resa comunicativa. Primeggia l'esigenza della narrativa ad orientamento religioso, funerario e magico, che risulta palese nella decorazione dell'essere umano, nell'ornamento di oggetti sacri, nella ricerca accurata di combinazioni votive. La caratteristica monumentale è testimoniata da varie opere pubbliche e dalla commemorazione funeraria di grandi personaggi dell'epoca.
Ai piedi del Gargano e nella Sardegna dei nuraghi (torri in pietra), già verso la fine dell'età del bronzo, viene praticata la tecnica scultorea su pietra.
Tutta la parte sud dell'Italia è frequentata se non addirittura popolata in questo periodo dai Micenei, che introducono e diffondono un nuovo metodo per il trattamento a freddo dell'argilla, in sostituzione degli impasti improvvisati e casuali.
Il modo di decorare dipingendo ha inizio con il protogeometrico iapigio, intorno al 1000 a.C. che interessa tutta la zona pugliese, la Lucania ed aree ad esse adiacenti dell'attuale Campania orientale, del Molise e della Calabria settentrionale. Di qui l'enotrio della Basilicata fino ad arrivare alle coste tirreniche.

L'architettura greca arcaicaNell'età arcaica (650-480 a.C.) comparvero quasi tutti i tipi di tempio, massima espressione dell'architettura greca, da quello a semplice cella rettangolare preceduta da un pronao colonnato, forma che restò canonica nei thesaurói, cioè nei tempietti votivi dei santuari, al tempio periptero, tutto circondato da colonne.
Dato che all’interno dei templi erano ammessi solo i sacerdoti, i riti pubblici venivano svolti all’esterno, ad esso si dedicò, la maggior attenzione decorativa e strutturale.
Se la pianta rimase pressoché costante, infatti, si distinsero tre stili, chiamati anche ordini, poiché rispecchiavano la volontà di fornire un organismo architettonico unitario.
Il più antico è quello dorico, caratterizzato da proporzioni massicce, in cui la colonna si appoggia direttamente sullo stilòbate (basamento comune), è rastremata e scanalata, ornata da un collarino e sormontata dal capitello, formato da un àbaco ed un echìno molto semplici. Anche la trabeazione è contrassegnata dalla stessa essenzialità maestosa ed elegante. Il Tempio di Era ad Olimpia, o Heraion, del VII secolo a.C., è il più antico esempio di quest'ordine architettonico. Qui, ogni quattro anni, si celebravano i più importanti agoni sacri del mondo greco. Le colonne doriche – inizialmente di legno e sostituite con quelle di pietra in varie epoche – hanno un aspetto poroso e non compatto, a causa della tipologia di pietra calcarea di cui sono composte. In migliore stato di conservazione sono i templi di Paestum.
Risale al 540 a. C., invece, il Tempio di Apollo a Corinto, innalzato su una piattaforma rocciosa. Rappresenta l'espressione più matura dell'ordine dorico del VI sec. a. C. e delle relative sperimentazioni tecniche, ad esempio per evitare gli effetti deformanti nella visione dell'edifico, causati dalla luce o dalla prospettiva.
Nell’ordine ionico, la colonna si appoggia su una propria base composta da tori e tròchili (sporgenze e rientranze), nella colonna si hanno più scanalature e, nel capitello, l’echìno è ornato da òvoli, separati dall’àbaco quadrato da un elemento detto pulvìno, curvato a formare due volute laterali. Si tratta di un ordine, legato all’andamento della linea curva (Artemìsion di Efeso), più elegante e raffinato del precedente.
Il terzo ordine, il corinzio, che si svilupperà solo dal V secolo a.C. e nel periodo ellenistico, ma per completezza è meglio trattarlo accanto agli altri due, presenta il fusto della colonna leggermente più affusolato e nel capitello compare una vistosa decorazione composta da foglie di acànto stilizzate.
La decorazione templare fu dapprima in terracotta dipinta (metope del tempio di Termo, fine del sec. VII), poi in pietra o marmo, anch’essi dipinti. I frontoni arcaici erano ornati di sculture in un primo tempo a bassorilievo o a mezzo tondo (frontone della Gorgone a Corfù; frontoni arcaici dell’Acropoli di Atene), poi a tutto tondo (frontoni del tempio di Afaia a Egina, inizio del secolo V, oggi al Museo di Monaco).
Il tesoro dei Sifni a Delfi (530 a.C. ca), era ornato anche da un fregio figurato.
Massimo Capuozzo

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