Due delle grandi civiltà
fluviali Mesopotamia ed Egitto
La Mesopotamia
(dal greco mésos, “in mezzo”, e potamós, “fiume”) è una regione storica che comprende la pianura alluvionale tra i
fiumi Tigri ed Eufrate, limitata a sud
dalla loro confluenza e a nord dall'Altopiano d'Armenia. Possibile luogo nel
Neolitico di scoperta dell'agricoltura, vi si svilupparono gli antichi regni e
civiltà dei Sumeri, degli Accadi, dei Cassiti, dei Babilonesi e degli Assiri. Fu oggetto di contesa tra il
Regno dei Parti e Roma che non riuscì mai a occuparla stabilmente. Nell'alto
Medioevo fu contesa tra Bizantini e Sassanidi. Conquistata dagli Arabi tra il
633 e il 640, fino al X sec. fu centro del califfato abbaside. Passò sotto il
dominio ottomano nel XVI sec. Attualmente la Mesopotamia è territorio nazionale
dell'Iraq.
I Sumeri I Sumeri, antico popolo asiatico originario forse dei monti dello
Zagros, tra Turchia e Iran, dalla metà del IV millennio a.C. diedero vita nella
bassa Mesopotamia alla prima cultura urbana. In una fase iniziale (3500 - 3000
a.C.), dominata dalla città di Uruk, i
Sumeri conobbero un fiorente sviluppo demografico e commerciale, con la
fondazione di insediamenti coloniali in area elamitica, assira e anatolica
orientale.
La crisi tra la fine del IV e il principio del III
millennio a.C. (periodo protodinastico I) provocò un brusco arresto della
crescita della popolazione e un ristagno dei commerci. Nell'ambito delle
acquisizioni tecniche e scientifiche, la civiltà sumera raggiunse un notevole
sviluppo: conosceva l'uso della barca
a vela e del carro nei
trasporti, del mattone, dell'arco e della volta nell'edilizia, oltreché
quello della scrittura. I
medici sumeri possedevano una profonda conoscenza della farmacologia
erboristica, mentre gli astronomi calcolarono le fasi lunari e divisero l'anno
in 365 giorni di 24 ore ciascuno.
Religione e civiltà. Dio, in
sumero Anu, si
manifesta in una molteplicità di aspetti identificati con divinità minori,
quali Enlil (dio del
vento e delle tempeste), Enki (la
terra), Inanna (dea
della fertilità) verso cui in particolare si rivolgeva la devozione popolare.
Ogni città aveva inoltre una propria divinità tutelare che la reggeva e che
risiedeva nel tempio centrale. I templi, le ziggurat, erano edifici a base quadrata, formati da piani
sempre più ristretti, all'interno dei quali si officiavano i riti religiosi.
La religione costituiva
l'aspetto unificante della civiltà cui facevano capo le diverse città.
A capo di ogni città vi
era un re chiamato lugàl (grande uomo) o ènsi (governatore).
Questi era considerato rappresentante di Dio in terra, inviato per la sicurezza
e l'ordine del paese. Aveva quindi anche funzione di “gran Sacerdote”.
Nel III millennio
nacque il “palazzo” come sede del re, che sostituirà il tempio relativamente
all'amministrazione politica, economica e militare. Nella società si
distinguevano tre classi sociali: i liberi (classe dominante di proprietari terrieri, funzionari,
sacerdoti, ufficiali militari), i semiliberi (coltivatori,
operai, artigiani, commercianti, che godevano della libertà ma non potevano
possedere terre), gli schiavi (persone
di umile condizione, prigionieri, persone che avevano perduto la libertà). La
vita economica si basava sull'agricoltura, l'artigianato e il commercio.
L'apogeo dei Sumeri. Superata
la crisi iniziale, il seguito del III millennio a.C. rappresentò la fase di
massima fioritura di questa civiltà. La scrittura si trasformò in un sistema
fonetico sillabico, che utilizzava il carattere cuneiforme. La situazione politica fu caratterizzata
da un accentuato policentrismo, con una serie di città-Stato di dimensioni
quasi equivalenti: a sud Uruk, Ur,
Eridu; nell'area orientale Lagash
e Umma; più a
nord Nippur, Kish, Eshnunna.
Lo scontro con gli Accadi. I
periodi protodinastico II e III (2750 - 2600 e 2600 - 2350 a.C.) furono segnati
da guerre di confine tra le città e da tentativi di costituire egemonie
regionali, come il vasto dominio costituito dal re di Uruk, Lugalzaggizi (2350 - 2325 a.C.), che
sottomise Ur, Umma, Nippur e Lagash. Sconfitto Lugalzaggizi dagli Accadi, ebbe
inizio la sottomissione dei Sumeri alla dinastia di Accad (2335 - 2193 a.C.).
Gli Accadi erano di origine semitica e invasero la regione del fiume Tigri
guidati dal re Sargon. La
fusione tra Sumeri e Accadi originò un forte Regno nella Mesopotamia
meridionale con capitale Accad, culla della civiltà babilonese. L'invasione
dei Gutei, popolo
nomade delle montagne dell'Iran, i quali sconfissero gli Accadi, permise in
seguito ai Sumeri di recuperare la loro autonomia (periodo neosumerico, 2190 -
2000 a.C.).
L'opera di Ur-Nammu. Ur-Nammu
(2112 - 2095 a.C.), inizialmente governatore di Ur per conto del re di
Uruk Utukhegal, unificò
le città sumeriche in un Impero centralizzato. Emanò il primo codice di leggi
organico e impose un sistema comune di pesi e misure. Sotto Ibbi-Sin l'Impero entrò in crisi
(2028 - 2004 a.C.) e fu poi sopraffatto dai nomadi amorrei ed elamiti, i quali
saccheggiarono e conquistarono Ur. L'eredità culturale e politica dei Sumeri fu
raccolta dalla civiltà paleobabilonese.
I Babilonesi
La popolazione
babilonese abitava la regione mesopotamica nella parte meridionale del piano
tra Tigri ed Eufrate sino a una linea a nord dell'odierna Baghdad.
Il primo Impero babilonese. L'ultimo re di
Ur, Ibisuen, soggiacque
a invasori semiti che insediarono dinastie a Babilonia, Mari e altre città della regione. Con Hammurabi, la prevalenza
degli Amorrei dette vita al primo Impero babilonese, estesosi fino al golfo
Persico. Sul piano amministrativo Hammurabi rimpiazzò i principi locali sostituendoli
con governatori da lui nominati e si proclamò “re di Sumer e di Accad”. Della
sua attività è testimonianza fondamentale il Codice di Hammurabi che
stabiliva le norme che avrebbero dovuto regolare la convivenza civile di tutti
i sudditi del suo Impero. Con il suo successore Samsuiluna (1750 - 1712 a.C.) iniziò il declino che porterà
alla caduta dell'Impero nel 1595, a seguito di una scorreria degli Ittiti. Nel 1530 a.C. il
territorio babilonese verrà conquistato dai Cassiti , popolo di origine caucasica che dominerà la regione
per 400 anni senza influire in modo rilevante sulla cultura e sulla civiltà.
Il secondo Impero babilonese. Nel 626 il
caldeo Nabopolassar si proclamò re di Babilonia e fondò un nuovo
Impero, procedendo a conquiste in Mesopotamia occidentale, Siria e Palestina.
La massima fioritura del nuovo Regno, che divenne la maggiore potenza del Medio
Oriente, si ebbe sotto il suo successore Nabucodonosor II (605 - 562 a.C.), vincitore
contro l'Egitto e distruttore di Gerusalemme. Babilonia, adornata con fastose
opere urbanistico-architettoniche (tra cui la famosa Torre di Babele, una
ziggurat alta 90 metri, fatta costruire dallo stesso Nabucodonosor), rivestì un
ruolo economico e commerciale primario in tutto il Medio Oriente. Nel 539 a.C.
i Persiani, che avevano affermato il loro potere a oriente di Babilonia,
conquistarono la regione con Ciro il Vecchio, riducendola a satrapia (dal
gr. satrápé, “governatore”) del loro Impero, insieme a una
parte dell'Assiria.
L’Egitto
I
primi documenti scritti della civiltà egizia risalgono al 3000 a.C. Prima di
questa data il paese era diviso in due regni: a nord quello del Basso Egitto, comprendente la
zona del delta del Nilo ed economicamente più progredito, a sud quello dell'Alto Egitto, che comprendeva la
valle del fiume e che, a causa dell'esiguità del terreno coltivabile, possedeva
un'economia più fragile che compensava con incursioni nei paesi vicini, grazie
a un esercito efficiente. Fu l'Alto Egitto a realizzare il processo di
unificazione del paese attorno al 3000 a.C.: la doppia corona portata dai
sovrani, bianca, simbolo della valle, rossa, del delta, stava a indicare le due
regioni unite nel nuovo Regno.
Il
Nilo è sempre stato per gli Egizi la fonte primaria di sostentamento. I terreni
inondati periodicamente dalle piene sono infatti fertilissimi. Fin dal
Neolitico, quindi, la civiltà egizia raggiunse un notevole sviluppo attestato,
fra l'altro, dall'uso precoce della scrittura.
L’antico Regno Il
periodo più florido dell'Egitto fu tra il III e il II millennio a.C. in cui si
succedettero 21 dinastie di faraoni. Questo periodo è solitamente diviso in: Regno Antico (3000-2000 a.C.), Regno Medio (2000-1700 a.C.) e Regno Nuovo (1570-1100 a.C.).
Sotto
le prime due dinastie, dette tinite dalla capitale Thinis, si definì
l'organizzazione burocratico-amministrativa: il faraone controllava il suo
Regno attraverso funzionari che amministravano le province.
Al
faraone Zoser si deve il grandioso
complesso funerario di Saqqara.
I
successori Cheope, Chefren e Micerino lasciarono le grandi vestigia costituite dalle loro
tombe, le piramidi di Giza. Tra il 2200 e il 2050 a.C. si ebbe un periodo di
crisi causata dagli abusi compiuti dai governatori delle province, che si
sottrassero progressivamente all'autorità del faraone.
Il nuovo Regno Furono
ancora i sovrani delle dinastie tebane tra il 1570 e il 1085 a.C. a superare la
crisi. Il faraone Ramesse
II (fine sec. XIII) affrontò gli Ittiti nella battaglia di
Qadesh, stabilendo il primo Trattato di pace della storia.
Nel
sec. XI nuovi processi di disgregazione interna (dovuti anche al fatto che la
capitale religiosa si trovava a Tebe, quella politica a Tanis) portarono alla
crisi che sfociò nel dominio degli Assiri nel sec. VII a.C.
La dinastia Saitica (660-525
a.C.) diede l'ultimo segno di splendore.
L’Egitto dei faraoni La
complessa organizzazione burocratica dipendeva dalla vastità del Regno.
A capo
era il faraone il cui trono
si trasmetteva ereditariamente: aveva un potere assoluto ed era considerato una
divinità incarnata, a capo pertanto anche della religione. Al sovrano
spettavano 5 nomi che ne definivano i rapporti con una o più divinità.
Sotto
il faraone vi era il visir, una sorta di primo ministro; quindi vi erano i governatori provinciali che
amministravano le diverse zone del Regno.
Le tre
classi sociali più elevate erano quella dei sacerdoti, degli scribi e dei militari. I sacerdoti officiavano i riti religiosi nei templi,
presiedevano le cerimonie funebri e il culto dei morti, interpretavano i sogni
e i responsi degli dei.
Erano
inoltre responsabili della coltivazione delle terre del faraone. Gli scribi
avevano il monopolio della scrittura ed erano importanti come funzionari e
impiegati dello Stato. I militari ebbero più o meno importanza a seconda della
politica estera di ogni faraone. Il resto della popolazione era formato da
contadini, operai, artigiani, commercianti e schiavi.
Religione e cultura La
religione egizia contemplava oltre al culto di molteplici divinità zoomorfe (corpo umano
e testa di montone, di vacca, di cane, di falco), il culto solare.
Il dio Sole (Atum-Ra a Eliopoli, Ptah a Menfi, Thot a Ermopoli,
finché sotto la XII dinastia prevalse la raffigurazione di Amon con sede nei templi di Karnak) era adorato come
vincitore del caos originario e creatore del mondo.
Tra le
altre divinità maggiori vi erano Osiride (dio del Nilo e della vegetazione e poi signore dei
morti), sua sorella sposa Iside,
Hathor e Nut (dee del
cielo), Seth (dio del
male). La dottrina religiosa insegnava la sopravvivenza dell'anima e
l'esistenza di un tribunale per i defunti che regolava la metempsicosi o
trasmigrazione delle anime.
Il
riferimento al passaggio in altri corpi animali o umani non va inteso alla
lettera, ma allude, servendosi dell'analogia con il nostro mondo, ai differenti
destini postumi degli esseri in altri stati di esistenza, a seconda del grado
di conoscenza e purificazione realizzati in vita. Una vera e propria
rivoluzione religiosa fu operata dal faraone Amenofi IV (1353-36 a.C.) che sostituì al culto di Amon quello
monoteistico di Aton, Dio unico e
universale, generatore delle altre divinità, simboleggiato dal disco solare;
spostò inoltre la capitale da Tebe a Akhetaton e mutò il suo nome in Ekhnaton
(“amato da Aton”). Accentuò così il culto della sua persona, ridimensionando il
ruolo dei sacerdoti.
In
campo culturale gli egizi dettero un notevole impulso a scienze quali la geometria, l'ingegneria
idraulica, la meteorologia, l'astronomia (tutte necessarie per l'ottimizzazione dell'agricoltura:
calcolo periodico delle piene, misurazione dei terreni, canalizzazione dei
campi), la medicina, la chirurgia e l'architettura.
Grande
importanza storica ebbe la scrittura
geroglifica, costituita da ideogrammi.
La perdita dell’indipendenza Nel
525 a.C. i Persiani, guidati da Cambise, fecero dell'Egitto una semplice
provincia del loro Impero. La conquista da parte di Alessandro Magno (332 a.C.)
portò nel paese la cultura grecoellenistica. Alla spartizione dell'Impero dopo
la morte di Alessandro, l'Egitto fu assegnato a Tolomeo Lago, fondatore, con il
nome di Tolomeo I Soter, della dinastia tolemaica che regnò dal 321 al 30 a.C.
L'efficiente struttura burocratica introdotta dai
Tolomei diede un impulso positivo al commercio, all'agricoltura e alla cultura
(fondazione di Alessandria). La vita politica rimase travagliata dai conflitti
dinastici e, con la regina Cleopatra
VII, le vicende dell'Egitto si intrecciarono con quelle di Roma:
dopo la vittoria di Ottaviano su Antonio ad Azio nel 31 a.C., l'Egitto divenne
provincia romana. Con Diocleziano fu diviso in tre province e inserito nella
diocesi orientale con capitale Antiochia. Infine, con la conquista araba del
VII sec. divenne parte della civilizzazione islamica.