Un’opera d’arte può emozionare, può
deludere. Da sempre gli uomini hanno provato sentimenti, emozioni di fronte
alle opere d’arte siano state esse pitture, sculture, architetture, manufatti
di vario genere, raggruppati sotto il termine di arti applicate.
La prima valutazione che si dà di
un’opera d’arte è di tipo emozionale: un’opera può piacere o no. Dopo una
valutazione di tipo estetico di un’opera d’arte si passa ad un livello
superiore che implica un minimo di conoscenza delle tecniche artistiche, delle
tipologie di opere d’arte, dei periodi storici e delle correnti artistiche.
I valori espressivi di un’opera,
riferibili al significato, non possono essere separati dai valori visivi,
riferibili al significante: l’analisi della linea, del colore, della luce,
dello spazio sono funzionali al significato dell’opera.
L’opera d’arte può nascondere
significati diversi da quelli direttamente espressi dal soggetto: simboli ed
allegorie vanno decifrati rintracciando il significato che in ogni epoca hanno
assunto sulla base di precisi valori mitologici, religiosi e culturali. Una
battaglia, ad esempio, può avere valore solo celebrativo, ma può anche avere
valori ideologici, simboleggiare ad esempio la lotta di un popolo per conquistare
la libertà.
La lettura di un’opera passa attraverso
varie fasi: si parte dall’acquisizione dei dati
preliminari di un’opera (tipologia[1], autore[2], datazione[3], dati tecnici[4], dimensioni[5], committenza[6]), si
arriva poi all’analisi del soggetto[7]
(lettura iconografica[8] e iconologica[9]) per
concludere con la lettura del linguaggio
visivo (punto[10], linea[11], colore[12], luce[13], volume e spazialità[14], composizione[15]).
Schema di lettura
Lo
schema di lettura dell’opera è basato su più livelli di lettura, incentrati sui
seguenti punti:
1)
Informazioni relative all’opera.
È
necessario individuare l’oggetto attraverso una serie di informazioni relative
a:
-
autore;
-
titolo;
-
dimensioni;
-
tecnica e materiali con cui è stata realizzata;
-
stato di conservazione ed eventuale restauro;
-
provenienza e sede attuale.
2)
Lettura dei contenuti dell’opera, da svilupparsi su più livelli:
-
aspetti semantici, intesi come descrizione iconografica in genere e come
connotazione iconologica degli elementi scritti;
-
aspetti formali e stilistici, in particolare relativi all’esame del colore,
della forma, della linea, dello spazio, ecc.
-
studio delle fonti storiche e letterarie, se si tratta di un’opera a contenuto
religioso o profano;
-
analisi delle funzioni e degli scopi dell’opera rispetto al contesto storico in
cui fu prodotta;
-
eventuale comparazione dell’opera con altre, sugli elementi formali e
stilistici.
3)
Analisi degli elementi extra-contestuali.
Essi
riguardano l’artista, il contesto storico, la committenza:
-
per l’artista va ricostruito il suo profilo artistico e culturale;
- va
analizzato il contesto storico, sociale e culturale in cui operò l’artista;
- vanno analizzati i rapporti con i committenti
dell’opera.
[1] Tipologia - Bisogna distinguere se si tratta di una pittura (in tal
caso se si tratta di acquerello, tempera, olio) o di un disegno; di
una scultura (in tal caso se si tratta del tutto tondo, di un bassorilievo
o di un altorilievo); di un’architettura (in tal caso se si tratta di chiesa,
palazzo pubblico, acquedotto….); di un manufatto (in tal caso se si tratta
in tal caso se si tratta d’oreficeria, tessile, di carta, di metallo…)
[2] Autore: Spesso l’autore è sconosciuto soprattutto quando l’opera è
un oggetto d’arte antica. In questo caso si cita l’ambito culturale e
storico a cui appartiene l’autore o gli autori (per es. stile di Prassitele,
scultore di epoca Claudia….). Lo stesso problema dell’autore ignoto o non
conosciuto lo abbiamo anche dopo la caduta dell’Impero romano e per tutto
l’Alto medioevo. Raramente gli artisti in questo periodo firmavano le loro
opere. Solo dal Basso medioevo e soprattutto
dal Rinascimento gli artisti, elevandosi dal semplice ruolo di
artigiani, iniziano a lasciare le loro firme. In questo periodo, anche quando
l’autore è sconosciuto, lo stile di un’opera di un’opera si può ricondurre allo
stile di un determinato maestro (architetto, scultore o pittore) e riferire
l’opera alla sua bottega (per es. allievo di Giotto, maestro duccesco o bottega
del Perugino…).
[3] Datazione – Spesso non è possibile avere una data precisa di
un’opera d’arte soprattutto per i periodi precedenti al Basso medioevo, così,
come per l’autore, si cerca di ricondurre l’opera ad un determinato periodo
storico aiutandosi con le altre informazioni in nostro possesso (dati tecnici e
stilistici, dimensioni, documenti scritti). Un’opera d’arte romana la si può
datare riferendosi al periodo di governo di un dato imperatore (età augustea,
età Claudia….), un’opera d’arte medievale la si data cercando di individuare il
quarto di secolo e, se non è possibile, la prima o la seconda metà di un
secolo.
In
molti casi è la tecnica di un’opera a darci un indizio sulla sua datazione (per
es. un dipinto a olio su tela non può essere precedente alla seconda metà del
XV secolo)
[4] Dati tecnici – Si individuano le tecniche usate per la
realizzazione dell’opera e il supporto utilizzato (per es. nel caso di una
pittura bisognerà specificare se l’opera è su tela o su tavola).
L’analisi dei dati tecnici è molto importante per
poter poi determinare il linguaggio visivo utilizzato dall’autore, il
differente supporto di un’opera muta l’effetto che l’opera produce.
[5] Dimensioni – Le dimensioni sono strettamente collegate alla
committenza. Per un dipinto generalmente si riporta l’altezza e la larghezza,
per una scultura si riportano le dimensioni di massimo ingombro.
[6] Committenza – La committenza è sempre stata molto importante per
meglio comprendere il soggetto dell’opera, le sue dimensioni e collocazione.
Nel Medioevo la committenza era prevalentemente
religiosa; nel tardo medioevo e rinascimento la committenza era religiosa ma
anche laica (corporazioni, grandi mercanti).
Oggi accanto alle committenze private si affiancano
anche committenze di Enti pubblici.
[7] Descrizione del soggetto – Il soggetto spesso coincide con il
titolo dell’opera. Davanti ad un’opera figurativa bisogna distinguere se si
tratta di un ritratto, di una natura morta, di un paesaggio, di una scena
storica, religiosa o allegorica. Si analizzano poi i singoli personaggi e si
distinguono gli elementi principali da quelli secondari, il primo dal secondo
piano. Nel primo Novecento con le Avanguardie il soggetto si è svincolato da
una figura ben precisa: Cubismo o Astrattismo. In questo caso si analizzano
elementi come la forma e il colore.
[8] Lettura iconografica - Lettura
iconografica, detta anche compositiva o denotativa, riguarda materiale, dimensioni e collocazione attuale, il soggetto, gli elementi costitutivi
e disposizione, l'organizzazione spaziale: la prospettiva, il movimento, pittoricismo
(superfici), plasticismo (volumi), cromatismo (colori), colori e luce, linee di
forza, il segno e la pennellata.
[9] Lettura iconologica – La lettura iconologica detta anche
connotativa si basa sul confronto e sui riferimenti con altre opere a
tema analogo: similitudini, confronti elementi innovativi o accademici; sulla
ricerca dei valori più profondi; sui collegamenti con altra produzione
dell'artista e le funzioni rappresentate.
[10] Punto – Bisogna prima di tutto definire se il punto contribuisce a
definire gli altri elementi del linguaggio visivo (linee, superficie, colore).
Il punto di vista è il punto immaginario della composizione che lo spettatore
usa come riferimento per risalire alla posizione dell’artista rispetto al
quadro.
[11] Linea - La linea può essere continua, spezzata, nervosa; può essere
il contorno di un’immagine o può essere solo decorativa (per es. nell’Art
Nouveau).
Nella pittura fiorentina del ’400 la linea del
disegno era il fondamento dell’opera, delineava il contorno delle immagini in
modo netto.
Nella
tecnica incisoria la linea assolve un ruolo fondamentale sia nel determinare i
contorni delle figure sia nel costruire la sottile trama delle superfici.
[12] Colore: L’analisi del colore riguarda le qualità di tono e luminosità,
le armonie e i contrasti. Bisogna analizzare se un colore prevale sugli altri o
contribuisce a determinare simmetrie o asimmetrie compositive. Con
l’astrattismo di Mondrian, il colore è coinciso con la forma
stessa delle immagini e nei casi di Klein e Rothko il colore assume una
connotazione così piena da annullare qualsiasi riferimento ad altri elementi
del linguaggio visivo.
[13] Luce – Il rapporto della luce con l’oggetto illuminato indica il
passaggio graduale dalla luce all'ombra in un disegno o in un dipinto,
attraverso la mescolanza graduata dei colori chiari e scuri, o in una scultura
attraverso la diretta incidenza della luce naturale. Il chiaroscuro è l'effetto
della luce, la quale cadendo su gli oggetti li rende più o meno chiari per le sue
diverse incidenze, o più o meno scuri a misura che ne son privi. Fondamentale
nella letture di un’opera d’arte è la direzione di provenienza della luce e
delle relative ombre.
Nelle
opere di scultura la superficie riveste una grande importanza perché
influisce sull’effetto che l’opera produce soprattutto quando è esposta alla
luce.
[14] Volume e spazia: nella cultura occidentale si è sempre osservato
quanto un’immagine, un oggetto rappresentato aderisce al dato reale. Nel
Rinascimento gli artisti hanno usato la prospettiva per rappresentare lo spazio
e le cose in esse inserite. L’indagine del volume non può essere separata da
quella della luce.
[15] Composizione: l’assetto compositivo di un’opera dipende
dall’organizzazione complessiva di linee, forme e colori. Generalmente
si distingue una composizione figurativa da quella astratta in cui il
soggetto coincide con la disposizione stessa di forme e colori.
Nessun commento:
Posta un commento